“Nulla è più meraviglioso che avere una idea nuova. Nulla è più meraviglioso che vedere una nuova idea funzionare. Nulla è più utile di un’ idea nuova che serva al nostro scopo” – Edward de Bono (nato nel 1933).
Nella società attuale sembra che l’ essere creativi ed innovativi sia divenuto un “must”. Le persone, e di conseguenza le aziende, che non lo sono rischiano di essere tagliate fuori dallo sviluppo economico.
Effettivamente qualcosa di vero c’è se il Parlamento europeo ha proclamato il 2009 come "Anno europeo della creatività e dell' innovazione".
"Immaginare - creare - innovare”
questo lo slogan dell’Anno europeo della creatività e dell’innovazione che si celebra con numerosi eventi sul territorio nazionale ed europeo durante il 2009.
Ciò conferma quindi che l’attuale economia dell’innovazione rappresenta lo sforzo di combinare l’analisi dell’ homo oeconomicus con quella dell’ homo creativus. “Il primo cerca di ottenere il più possibile da quanto la natura gli concede; l’altro si ribella contro le leggi della natura. La creatività tecnologica, come tutti i tipi di creatività, è un atto di ribellione. Senza di essa, noi tutti vivremmo ancora viti difficili, brevi, faticose, fatte di lavoro ingrato e disagio” – Joel Mokyr (1990).
Confermata quindi l’importanza strategica della creatività che cosa significa essere creativi? E se non lo siamo possiamo diventarlo?
Un guru contemporaneo, Steve Jobs, il fondatore e “creativo” dell’ Apple, ha affermato semplicemente (beato lui!) che:
“Essere creativi significa soltanto saper combinare in modo unico le cose che già esistono”.
Tutti sono d’accordo ormai sul fatto che, al di là della creatività innata dei bambini in età scolare propria, con il passare degli anni, la scuola e la famiglia prima, le istituzioni, il conteso sociale, l’azienda poi, riducono considerevolmente l’attitudine creativa degli individui che, salvo poche eccezioni, perdono quasi completamente in età adulta. A dell’incredibile ma si è scoperto che il più basso livello di creatività si misura al termine degli studi universitari, livello che diminuisce ancora per quanti proseguono verso il dottorato.
E in ambito tecnico e professionale?
“Problem solving” e “Creative Solution finding” sono alla base del pensiero progettuale che richiedono oltre ad una buona dose di “creatività” anche la condivisione di una pluralità di idee e contributi nonché una notevole preparazione tecnica e scientifica di base.
Si deve infatti parlare, nel pensiero creativo tecnico e professionale, di “innovazione incrementale” e non “assoluta”.
Per “volare alto” occorre una buona…rincorsa!