lunedì 3 marzo 2014

Il Comune di Furore approva l'ascensore inclinato progettato dal mio team

Il Consiglio comunale di Furore in provincia di Salerno sulla costiera amalfitana ha approvato il progetto di un ascensore inclinato che raggiunge rapidamente il mare. La mia equipe di INGEGNERIA DEL TRASPORTO VERTICALE  ha realizzato questo progetto trovando una soluzione che ha trovato l'adesione della cittadinanza che in tal modo risolve un problema trentennale di lontananza dal mare rappresentato dal famoso Fiordo, una spaccatura a picco sul mare meta di turisti di tutti il mondo. Il professor Raffaele Ferraioli, Sindaco di Furore da moltissimi anni, ha fortemente voluto questo collegamento. 
 
 
Gli ascensori inclinati sono l'unica soluzione per molti casi di mobilità urbana e stanno riscuotendo un successo sempre maggiore, anche per pubblicazione della norma EN 81-22, che tratta proprio delle norma relative a tali tipi di ascensori e che ne ha regolamentato la installazione.
Lo sviluppo sostenibile delle città passa necessariamente anche per tali realizzazioni, insieme ai people mover e finanche le funivie cittadine o intercittadine. Bisogna che gli urbanisti e gli architetti prendano possesso anche di queste competenze. Di ciò se ne è molto parlato al convegno di Genova del 6-7 febbraio ultimo scorso (vedi altro mio post precedente), dove ho presentato in anteprima il progetto dell'ascensore di Furore.
Riportiamo quanto riportato dai quotidiani locali sull'ascensore di Furore.
 

 

sabato 1 marzo 2014

Ascensori per il Duomo di Milano: la mia proposta!

Il silenzio è calato sul fatto di realizzare due nuovi ascensori per salire sul Duomo di Milano. Il diniego della Sovrintendenza è stato determinante? Non è piaciuta la soluzione? E' difficile saperlo!
Ho già avuto modo di esprimere in un precedente post la mia convinzione che gli ascensori vadano realizzati. In questa sede esprimo la mia idea realizzatrice molto in contrasto con la scuola di pensiero che vorrebbe farne una realizzazione "provvisoria" da utilizzare solo per l'EXPO 2015 e poi smontare.
                         
Niente di più sbagliato! Bisogna avere il coraggio di dire che il Duomo, come la sua storia ultracentenario insegna, ha subito modifiche continue legate alle contingenze temporali e culturali dei tempi.
Io sostengo il principio dell'accessibilità di tutti a tutto e sulla base di questo concetto anche il Duomo deve essere adeguato a questo momento storico in cui questo diritto viene finalmente acclarato. Ci ringrazieranno anche le generazioni future per questo. Lo sviluppo sostenibile esprime proprio questo principio: fare delle cose utili alle attuali generazioni che non compromettano l'utilizzo da parte delle future...direi io, in questo caso, le migliorino!
Acquisito il fatto che bisogna puntare a che tutto il patrimonio storico e moderno divenga accessibile, occorre individuare come "mitigare" l'impatto con l'esistente. Come non sacrificare il "bello" del passato per migliorare la sua accessibilità e visitabilità? Non esiste ovviamente una ricetta unica, quindi ciò significa che il problema deve di volta in  volta essere studiato e non accantonato per partito preso. Ho analizzato il problema degli ascensori del Duomo di Milano e sono arrivato alla seguente conclusione:
a) l'architettura del Duomo è troppo "ingombrante" per accostarvi una soluzione "moderna" (come quella attualmente proposta);
b) la soluzione deve risultare un ampiamento permanente del Duomo e non una appendice  da smontare dopo l'EXPO;
c) essendo un ampliamento deve mantenere le caratteristiche di spiritualità e religiosità dell'intera struttura;
d) pur essendo realizzata con tecnologie moderne e all'avanguardia, queste devono essere totalmente invisibili;
e) va preservato il carattere gotico della struttura monumentale preesistente;
f) va eliminato l'acciaio ed il vetro a vista;
g) si devono utilizzare, per la parte a vista, materiali e colori simili a quelli già esistenti o comunque assimilabili.
Una tale soluzione deve essere una sintesi tra moderna tecnologia (invisibile ma fondamentale, specialmente per le parti strutturali in acciaio) e richiami all'architettura gotica. Per fare ciò bisogna abbandonare le torri in vetro e cristallo, come pure gli ascensori tradizionali a pianta quadrata o rettangolare e rappresentati da parallelepipedi che si muovono all'interno di un vano. Oggi anche le norme europee ci lasciano liberi di progettare e realizzare ascensori e cabine passeggeri particolarissime, rendendone  adatte a tutte le necessità architettoniche e strutturali.   
Io, come esperto di ingegneria del trasporto verticale,  ho trovato una soluzione che cerca di rispondere a tutto ciò. Ho  già scritto alla Veneranda Fabbrica che mi risponde dicendo che la Sovrintendenza boccia l'idea degli ascensori in generale e non la soluzione attualmente proposta.
Ne siamo certi?
Mi piacerebbe presentare la mia proposta alla Sovrintendenza!

giovedì 27 febbraio 2014

Ascensori e impianti di sollevamento....finalmente in libreria!


Dai primi di marzo il mio libro ......è finalmente libreria!

In più di 400 pagine sono illustrate tutte le novità tecnologiche, normative e legislative del settore:
ascensori elettrici, ascensori idraulici, ascensori MRL, ascensori a fossa e a testata ridotta, ascensori inclinati, ascensori ecologici, ascensori a risparmio energetico, miniascensori, piattaforme elevatrici, people mover, scale e tappeti monili, ascensori da cantiere,ecc.
Il libro si distingue in due PARTI:
La prima parte oltre ad illustrare tutte le tipologie possibili di impianti di sollevamento, includendo anche quelli da cantiere, inquadra tutta la problematica europea e mondiale della standardizzazione normativa (dall 'UNI, alla EN...sino alla ISO), spiegando ciascuna norma tecnica, sia relativa agli ascensori nuovi che a quelli esistenti da mentenere in sicurezza ed efficienza (EN 81-80,ad esempio).
La seconda parte del testo parla esclusivamente della realtà italiana in termini di leggi e norme recepite di problematiche specifiche: delibere condominiali necessarie, taglio scale, regolamenti edilizi, note dei VVF, abilitazioni edilizie, superamento delle barriere architettoniche; tutte le novità su ACCREDIA, sulle semplificazioni recenti in termini di autorizzazione edilizie (CIL, SCIA, DIA e quant'altro) e sulle norme antincendi; le norme e leggi sugli ascensori e scale mobili in esercizio pubblico (USTIF); senza dimenticare il rumore e i problemi strutturali e sismici connessi con la installazione degli ascensori all'interno delle strutture metalliche.Sono indicate anche le norme sul lavoro da rispettare nel caso di installazione e manutenzione degli ascensori. Giungendo anche alle novità sul codici civile per quanto riguarda il Condominio.

L’opera,  che rimane di carattere divulgativo, si rivolge pertanto sia al neofito (studente, diplomato, laureato) che voglia essere introdotto al settore, sia agli uomini di settore (progettisti, organismi notificati,  installatori, manutentori, amministratori di condominio, costruttori di componenti, ecc.) che intendono essere aggiornati  sui nuovi sviluppi; sia ai tecnici pubblici e privati del comparto edilizio (ingegner, architetti, imprese edili, responsabili di procedimento pubblico, ecc.),che dovranno necessariamente conoscere le nuove potenzialità del prodotto di trasporto verticale. 

martedì 28 gennaio 2014

Mio intervento a GENOVA sull'ascensore inclinato di FURORE - Salerno

    
   



lunedì 30 dicembre 2013

Duomo di Milano : per gli ascensori non esistono solo le torri in cristallo!

Il progetto della torre-ascensori
“..l’impianto ascensore costituisce tuttavia il terreno di confronto più acceso tra posizioni opposte, che vedono la sua localizzazione ora come grave elemento di disturbo, da nascondere con tutti gli espedienti possibili, ora come una feconda occasione di confronto tra antico e nuovo”.
Questa affermazione è stata tratta dalle “Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale”  del Ministero per i beni e le attività culturali. Un esempio, per certi versi estremo, del confronto tra antico e nuovo è quello del Centro Culturale Reina Sofia di Madrid, dove il problema del trasporto verticale è stato affrontato con due grandi torri-ascensore in cristallo poste su una delle facciate dell’edificio, trasformando l’impianto di elevazione in un vero e proprio oggetto architettonico moderno.
Torri-ascensori del Centro Culturale Reina Sofia - Madrid
Analogo  intervento è stato realizzato con gli ascensori per raggiungere il terrazzo del Vittoriano a Roma, anche’ essi realizzati all’ interno di un corpo aggiunto in cristallo. Entrambe le soluzioni sono state oggetto di notevoli critiche, al punto che nel 2008 si stava decidendo di smontare gli ascensori stessi.
E’ quello che sta succedendo oggi per il Duomo di Milano dove si vorrebbero installare due ascensori all’ interno di una torre in vetro retta da elementi in acciaio che richiamano lo stile gotico del Duomo. L' EXPO 2015 richiamerà molti milioni di visitatori, per cui qui non contesto l’idea di realizzare nuovi sistemi per salire sul Duomo di Milano, dove si gode una ottima veduta della città, si può meglio apprezzare la splendida fattura del Duomo e consentirebbe a tutti di superare il dislivello per portarsi direttamente ad una quota di circa 50 metri.
Torre- ascensori del Vittoriano - Roma
Ciò che contesto è la soluzione “torre in cristallo”. Pare che l’inventiva dei progettisti di trasporto verticale, sembra destinata a non discostarsi da questa tipologia di soluzione che prevede una coppia di ascensori che si muovono all’interno di una struttura trasparente, per salvaguardare la vista dell’ architettura retrostante. Poi se andiamo a vedere ciò non vale per la vista laterale   e non frontale: quindi quale forma dare alla “torre”?  Una forma in contrasto con l’architettura presente (vedi Madrid e Roma) oppure una struttura che ne tenti un raccordo (Duomo di Milano)?
Io propendo, nel caso del Duomo di Milano, dotato di una architettura molto “ingombrante”,  per una soluzione  che superi entrambe le posizioni, che sono necessariamente oggetto delle critiche di fazioni opposte. La soluzione deve essere pertanto “minimalista” dal punto di vista architettonico (nel senso che deve avere impatto prossimo allo zero sulla architettura preesistente) e tecnologicamente avanzata dal punto di vista strutturale. Ciò rappresenterebbe anche un ottimo biglietto da visita sulla capacità  italiana di opere di ingegneria che comunque ci renderebbe ancora più famosi agli occhi del mondo. Senza contare che una opera “minimalista” potrebbe restare per sempre senza ricorrere al suo smontaggio dopo l’EXPO.   
Concordo quindi con la proposta di ripensare il tutto in una ottica nuova però, sostengo io, sfruttando al meglio le nuove innovative opportunità fornite dalla ingegneria del trasporto verticale.