Il progetto della torre-ascensori |
“..l’impianto ascensore costituisce tuttavia il
terreno di confronto più acceso tra posizioni opposte, che vedono la sua
localizzazione ora come grave elemento di disturbo, da nascondere con tutti
gli espedienti possibili, ora come una feconda occasione di confronto tra
antico e nuovo”.
Questa affermazione è stata tratta dalle “Linee guida per il superamento delle
barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale” del Ministero per i beni e le attività
culturali. Un esempio, per certi versi estremo, del confronto tra antico e
nuovo è quello del Centro Culturale Reina Sofia di Madrid, dove il problema del
trasporto verticale è stato affrontato con due grandi torri-ascensore in cristallo
poste su una delle facciate dell’edificio, trasformando l’impianto di
elevazione in un vero e proprio oggetto architettonico moderno.
Torri-ascensori del Centro Culturale Reina Sofia - Madrid |
Analogo intervento è stato realizzato con gli ascensori per raggiungere il terrazzo del
Vittoriano a Roma, anche’ essi realizzati all’ interno di un corpo aggiunto in
cristallo. Entrambe le soluzioni sono state oggetto di notevoli critiche, al punto che
nel 2008 si stava decidendo di smontare gli ascensori stessi.
E’ quello che sta succedendo
oggi per il Duomo di Milano dove si vorrebbero installare due ascensori
all’ interno di una torre in vetro retta da elementi in acciaio che richiamano lo stile gotico del Duomo. L' EXPO 2015 richiamerà molti
milioni di visitatori, per cui qui non contesto l’idea di realizzare nuovi
sistemi per salire sul Duomo di Milano, dove si gode una ottima veduta della
città, si può meglio apprezzare la splendida fattura del Duomo e consentirebbe a tutti di superare il dislivello per portarsi direttamente ad una quota di circa 50 metri.
Torre- ascensori del Vittoriano - Roma |
Ciò che
contesto è la soluzione “torre in cristallo”. Pare che l’inventiva dei progettisti di trasporto verticale, sembra destinata a non discostarsi da questa tipologia di soluzione che prevede
una coppia di ascensori che si muovono all’interno di una struttura
trasparente, per salvaguardare la vista dell’ architettura retrostante. Poi se
andiamo a vedere ciò non vale per la vista laterale e non frontale: quindi quale forma dare
alla “torre”? Una forma in contrasto con
l’architettura presente (vedi Madrid e Roma) oppure una struttura che ne tenti
un raccordo (Duomo di Milano)?
Io propendo, nel caso del
Duomo di Milano, dotato di una architettura molto “ingombrante”, per una soluzione che superi entrambe le posizioni, che sono necessariamente oggetto delle critiche di
fazioni opposte. La soluzione deve essere pertanto “minimalista” dal punto di
vista architettonico (nel senso che deve avere impatto prossimo allo zero sulla
architettura preesistente) e tecnologicamente avanzata dal punto di vista
strutturale. Ciò rappresenterebbe anche un ottimo biglietto da visita sulla
capacità italiana di opere di ingegneria
che comunque ci renderebbe ancora più famosi agli occhi del mondo. Senza contare che una opera “minimalista” potrebbe restare per sempre
senza ricorrere al suo smontaggio dopo l’EXPO.
Concordo quindi con la
proposta di ripensare il tutto in una ottica nuova però, sostengo io, sfruttando al meglio le nuove
innovative opportunità fornite dalla ingegneria del trasporto verticale.