lunedì 8 febbraio 2010

Se non hai “titoli” la Banca non ti vuole!



Faccio impresa da moltissimi anni (certo non ero ancora nato al tempo della crisi del ’29!) ma non ho mai visto un comportamento delle banche come quello degli ultimi anni e specialmente dell’ultimo periodo.

La difficoltà ed il condizionamento che abbiamo noi imprenditori a parlare male delle “nostre” banche poco si confà con il diritto che comunque abbiamo come Clienti di rivendicare un comportamento sano e corretto da parte degli Istituti di Credito (non parlo di “etico” perché saremmo lontano un miglio!).

Non parlo perché ho in atto contenziosi con le banche o perché mi hanno rifiutato ulteriori affidamenti oppure perché ho un “cattivo” rating (secondo i criteri di Basilea 2).

Intervengo per una cosa molto più semplice, ma nello stesso tempo molto grave, della quale sono venuto a conoscenza!

Pare che in alcuni Istituti di Credito (ho prove certe di due grandi Gruppi Italiani!) sono tornati di moda i “titoli” a garanzia delle anticipazioni su fatture e non solo: piovono richieste di polizze personali “a copertura”, deposito di titoli, ecc, ecc.

Mi spiego meglio con l’esempio più grave e del quale voglio parlare: un fornitore emette fattura con pagamento a 90 giorni; il fornitore porta la fattura allo sconto; la banca accetto lo sconto solo a fronte di “titoli” (o meglio, chiedo scusa, assegni post-datati) emessi dal Cliente e che la banca custodirà gelosamente presso di se sino alla naturale scadenza.

E se volessimo applicare l’Avviso Comune? Cosa si dovrebbe fare, emettere assegni a 270 giorni? E quanti assegni dovrebbe emettere un Cliente con molti fornitori per stare dietro a tutte le “esigenze” delle banche dei suoi fornitori? Chiaramente la risposta davanti alle lamentele del fornitore e del cliente con la Banca rea del misfatto è sempre la solita “pirandelliana”: “Così è se vi pare! altrimenti …. Non ci interessi!”.

Ciò, oltre ad essere evidente fuori legge (e mi piacerebbe sapere cosa farebbe la banca davanti ad una perquisizione della Finanza che chiedesse spiegazione di quelli assegni), conferma che dopo avere combinato a nostra insaputa guai con i titoli carta-straccia, adesso insistono nel voler mettere alle corde le piccole e medie imprese; contro una politica governativa che dice proprio il contrario e fa bene Tremonti a denunciare continuamente il malsano comportamento degli Istituti di credito.

Non hanno più i soldi per finanziare le imprese … bene … allora o se li fanno prestare da qualcuno o queste banche non ci interessano più e da questo momento vanno denunciate per il loro comportamento!

Con preghiera, per questi Istituti, però di non “sbandierare” politiche di credito a supporto delle PMI, perché sicuramente di pubblicità ingannevole si tratta: ... e solo per questo tali Istituti andrebbero denunciati e perseguiti !