mercoledì 19 dicembre 2007

Come partecipare a "L'Isola dei Famosi"!


Vi racconto un aneddoto.
Nel mese di novembre ho dovuto preparare una relazione per il consiglio Direttivo ANACAM nazionale relativa all’attività del Centro Studi. Sapevo che mio figlio Matteo di 8 anni aveva ricevuto a scuola nozioni di informatica, per cui, dopo aver scritto su carta i contenuti della mia relazione, gli ho chiesto di aiutarmi a scriverla con il computer. “Papà ci penso io: posso prepararti una presentazione con Power Point, che ne pensi?”. Presto fatto: la presentazione è stata realizzata con la mia assistenza per quanto riguardava i titoli, colori da utilizzare e la divisione degli argomenti.
Ho presentato la mia relazione a Roma e dopo ho telefonato a Matteo dicendogli che il suo lavoro era stato apprezzato da tutti i consiglieri di Italia. “Ma allora sono diventato famoso!” ha affermato mio figlio e poi: “Allora adesso posso partecipare a L’Isola dei Famosi!”.
Al di là del candore dell’affermazione, tutto l’episodio mi ha spinto alle seguenti riflessioni.
Le nostre nuove generazioni hanno già due caratteristiche codificate nel loro DNA: la tecnologia informatica e lo spirito della “comunicazione”.
Questi due aspetti sono “culturalmente” già presenti nei ragazzi e distingueranno i futuri imprenditori da quelli della nostra generazione che tanto hanno faticato ad assorbire la rivoluzione informatica (e qualcuno non ci è mai riuscito!) e che non riescono ad entrare nel circolo vizioso della comunicazione, non sfruttando le enorme potenzialità della pubblicità e delle relazioni in genere.
C’è il rischio comunque dell’effimero, nel voler cioè più “apparire” che “essere”, ma purtroppo anche ciò fa parte della trasformazione in atto.
Quando gli adulti trasferiscono le loro esperienze lavorative ai giovani trovano un terreno “culturalmente” diverso, perciò incontrano quasi sempre grosse difficoltà. Si verificano spesso nelle famiglie di imprenditori scontri generazionali che possono pregiudicare il successo futuro dell’azienda.
Qualcuno mi dirà che nella storia è sempre stato così, ma io ritengo che la “rivoluzione digitale e della conoscenza” corre a velocità vertiginosa ed è perciò quasi impossibile star loro dietro.

Qual’ è, allora, la soluzione?

Essere continuamente predisposti al cambiamento che consiste in aggiornamento, approfondimento e sperimentazione … per non perdere il treno della conoscenza, tutto condito con una buona dose di “umiltà”!
E poi “Innovare, Innovare e … Innovare” (Montezemolo docet!).

Con questo post “leggero” auguro a tutti un Buon Natale e un felice 2008!

lunedì 26 novembre 2007

"Welcome in Europe...EFESME"

In ottobre ad Ausgburg, in occasione di INTERLIFT 2007, si è avuta la consacrazione definitiva di EFESME (*), la nuova Federazione che raccoglie le PMI ascensoristiche di tutta Europa, nata nel 2005.
Infatti ad oggi fanno parte di EFESME: FAI (Belgio), NLB (Olanda), LTEA (Polonia), HAEC (Ungheria), SALI (Slovacchia), ELEVATORBRANCHEN (Danimarca), FEYPMA (Spagna), VMA (Germania), ANPA (Francia) e
ANACAM, ANICA, Confartigianato Ascensoristi (Italia) in qualità di soci fondatori.
Al Convegno organizzato da EFESME hanno partecipato tra gli altri, il Vice Presidente della Commissione Europea on. Franco Frattini e il nuovo Direttore Generale Imprese ed Industria della Commissione Europea, ingegnere Angela Pich.
Il convegno è stato imperniato sul ruolo della manutenzione per il miglioramento e mantenimento della sicurezza ed ha ottenuti numerosi consensi anche sulla stampa internazionale specializzata; ricordiamo che in particolare la rivista ELEVATORI è divenute organo ufficiale dell’EFESME.
Si è coronato così uno sforzo durato parecchi anni, nel quale l’ ANACAM insieme ad ANICA e Confartigianatao hanno profuso molte delle loro energie dirigenziali.
Bisogna anche dire che nel frattempo molti “treni” si sono persi (ascensori MRL ad esempio), ma è indubbio che è molto più facile gestire poche multinazionali che moltissime PMI, senza contare la capacità di investimento nella ricerca e nei tecnici delle prime rispetto alle seconde.
Mi corre l’obbligo di ricordare le prime iniziative dei dirigenti Cavallaro, Centoducati e Ferrarini (attuale Presidente di EFESME) negli anni che vanno dal 1995 al 1999.
Ma forse il merito maggiore va riconosciuto a Gianfranceschi ed al direttivo degli anni 1999-2003 (che conosco bene per averne fatto parte personalmente!), per avere preparato il terreno con la qualificazione dell’ANACAM come associazione di sole PMI (anche in virtù della fuori uscita contemporanea delle multinazionali dall’associazione) e con l’adesione della ANACAM alla EBC (Euruopean Building Confederation) avvenuta tra il 2000 ed il 2001.
Gli attuali ed ultimi direttivi, infine, di Vergati e Mazzarda insieme al lavoro svolto da Venditti di Confartigianto e De Fusto dell'ANICA, hanno avuto il merito di consolidare il lavoro fatto e portare, con successo, sulla direttura di arrivo la federazione allargando le associazioni europee coinvolte.
Le difficoltà maggiori però si sono incontrate, e forse si incontrano ancora oggi, nel far intendere a tutti gli associati quale fosse l’importanza di essere presente in Europa.
A tal proposito bisogna subito osservare che tranne che in Italia, dove tradizionalmente c’è un tessuto virtuoso di PMI, nel resto d’ Europa le grandi aziende dominano incontrastate il mercato e alcune volte fanno anche cartello (vedi la mega-multa erogata recentemente dalla Commissione Europea alle multinazionali ascensoristiche).
Al di là dell’allargamento del mercato, che ovviamente non può interessare una piccola impresa italiana, con l’avvento della CE anche le norme tecniche vengono discusse e approvate a livello europeo (Direttive) e non più nazionale, dove avviene esclusivamente il relativo recepimento.
Si pone quindi il problema della rappresentanza di esponenti delle PMI ascensoristiche nelle Commissioni tecniche europee, per evitare che le decisioni avvengano solo per favorire gli interessi economici delle grosse aziende.
Un esempio servirà a chiarire quanto dico:
Gli interessi della "Schindler spa" in Italia vengono curati da Assoascensori (1° Livello) , la quale aderisce all’ ELA (European Lift Association)(2° Livello) e attraverso la Confindustria all' EUROPE BUSINESS (3° Livello) che manda propri rappresentanti al CEN (l’equivalente europeo dell’UNI italiana).
Analogamente gli interessi della "Fornasari srl" (la mia piccola azienda!), vengono curati dall’ANACAM (1° livello), la quale oggi aderisce all’ EFESME (2° Livello), che aderisce ad Ueapme (**) (3° Livello), che manda propri rappresentanti al CEN.
La nascita dell’ EFESME si deve pertanto all’ANACAM, senza dimenticare l’ANICA ed il Confartigianto Ascensoristi che insieme hanno saputo coagulare gli interessi di tutte le PMI italiane ed europee del settore.
Leader riconosciuto di tutte le PMI europee ascensoristiche è oggi l’ANACAM stante la lunga storia ascensoristica italiana ed il grande numero di associati.
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“Welcome in Europe…EFESME!”.
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Per chi volesse saperne di più:http://www.efesme.org.
(*) EFESME - European Federation of Elevator Small Medium Enterprise .
(**) UEAPME – Union Europeenne de l’Artisanat et des Petites et Moyennes Enterprises.

martedì 16 ottobre 2007

Manutenzione: una vera giungla!

Ad una recente riunione di imprenditori del settore sono venuto a sapere, per l’ennesima volta, di canoni di manutenzione nell’anno 2007 di 10-15 € al mese. Incredibile!
Nonostante tutti gli sforzi che si stanno facendo (vedi anche gli interventi e i convegni organizzati dall’ANACAM sul tema della manutenzione) per sensibilizzare gli attori sul ruolo fondamentale di una buona e seria manutenzione, assistiamo ancora, nel settore della manutenzione degli elevatori, e dico io, ormai perennemente, a enormi disuguaglianze tra: canoni, numero visite, tipo delle prestazioni, qualità delle stesse, ecc..
Ma come fa il consumatore a valutare e confrontare offerte così diversificate ed anche, furbescamente, alcune volte fasulle?
Dico “fasulle”, perchè come è stato dimostrato più volte, è economicamente “impossibile” effettuare un servizio di manutenzione a soli 10-15 € al mese.
E questo al “consumatore” va detto in maniera chiara. Come vanno esplicitati in maniera trasparente quali sono i costi sostenuti dalle aziende per effettuare il servizio di manutenzione.
Nelle considerazioni che sto per fare ho tratto spunto sia dal prezioso lavoro dell’ingegner Gabrielli sui costi della manutenzione, sia dagli studi dell’ingegner Iotti dell’ANACAM, per quanto concerne le frequenze delle visite e del numero dei guasti di un elevatore.
Quindi riassumendo:
. un tecnico di manutenzione, considerando il suo costo del lavoro più gli oneri accessori, più i costi che la ditta sostiene per la sua formazione, la sua sicurezza, l’automobile aziendale, i consumi etc, non costa nel 2007 meno di 50 €/ora (valore prudenziale!)
. per effettuare una buona manutenzione su di un impianto medio (5-6 fermate) in un condominio occorrono circa 50’, che diventano 60’ considerando i relativi tempi di spostamento
. pertanto nel caso di MS (Manutenzione semplice, con chiamate per guasto a pagamento):
con frequenza di 12 visite : costo mensile per la ditta 50€
con frequenza di 9 visite: costo mensile per la ditta 37,5€
con frequenza di 6 visite: costo mensile per la ditta 25€.
N.B. parliamo di costi e non di ricavi che dovrebbero posizionarsi su valori più elevati dovendo tener conto dei margini aziendali.

. passando al caso più frequente di MA (Manutenzione semplice con chiamate incluse nel canone)
tenendo conto che il numero di chiamate è inversamente legato alla frequenza delle visite, in particolare con 12 visite si hanno mediamente 1,5 guasti all’anno, con 9 visite 3 guasti all’anno, con 6 visite 4,5 guasti all’anno; considerando pari a 60’ il tempo minimo per risolvere una chiamata per guasto risulta:
con frequenza 12 visite: costo mensile per la ditta 56,25€
con frequenza 9 visite: costo mensile per la ditta 50€
con frequenza 6 visite: costo mensile per la ditta 43,75€.
N.B. parliamo anche in questi casi di costi e non di ricavi che si posizionano ovviamente su valori più elevati raggiungendo le cifre di mercato delle aziende più serie e qualificate.

E allora come si spiegano i canoni a 10-15 € al mese?

Non solo, ma queste situazioni di vera GIUNGLA, vengono cavalcate da quel gruppo di imprese che dicono di essere le uniche a fare un servizio di qualità, le uniche ad effettuare 12 visite all’anno, ecc.
Bene ha fatto ad esempio la Francia che ha stabilito, con una legge, che il numero minimo di visite annue deve essere pari a 9 (una visita ogni 6 settimane). E bene ha fatto la Spagna decidendo che una struttura di manutenzione deve organizzarsi in modo che ogni tecnico gestisca al massimo 75 impianti.
Ed in Italia?
Purtroppo il Dpr 162/99 non indica modalità e numero delle visite necessarie (art.15 comma 3:”Il manutentore provvede periodicamente secondo le esigenze dell’impianto….”), obbligandolo solamente alla verifica semestrale (art. 15 comma 4).
Quindi tutto è lasciato alla discrezionalità della Ditta manutentrice.
Mi chiedo a questo punto se il mondo ascensoristico italiano ha dimostrato di essere “maturo” per assumersi questa responsabilità!!
Dai comportamenti rilevati in tutti questi anni pare proprio di no! Basta guardare a quali condizioni vengono ad esempio assegnate le gare pubbliche di manutenzione con la connivenza delle istituzioni.
A questo punto mi chiedo se non sia necessario che le caratteristiche e le modalità del servizio debbano essere rese cogenti dal MSE, attraverso un provvedimento ad hoc che stabilisca i “paletti” necessari per effettuare una buona manutenzione, così come in Francia ed in Spagna.
In tal modo tutte le Ditte saranno costrette ad offrire servizi simili ed il consumatore potrà in maniera trasparente effettuare le sue considerazioni e le sue scelte senza rischiare servizi che poi nel tempo si rivelano sul campo “fasulli”!

giovedì 13 settembre 2007

En 81-80: punto e a capo e tutti assolti!

Il 27 luglio 2007 il Ministero dello sviluppo economico (MSE), a firma del Direttore Generale Andrea Bianchi, scrive alle associazioni presenti al famoso “tavolo” (Assoascensori, Anacam, Anica, CNA, Confartigianato) facendo il punto sulle questioni connesse principalmente con l’applicazione della EN81-80 ed assumendo finalmente una posizione ufficiale sull’argomento che da mesi è oggetto di dibattiti e discussioni nel settore.
Un primo punto fermo: MSE non cita mai il decreto Scagliola 25 ottobre 2005, ciò mi fa presumere che sarà a breve abrogato definitivamente.
Infatti MSE:• ribadisce che tutti gli ascensori in esercizio sono da considerarsi sicuri, citando l’impianto legislativo del DPR 30 aprile 1999, n. 162 come valido ai fini della sicurezza degli ascensori.• ribadisce in capo alle imprese l’obbligo della regolare manutenzione.• ribadisce che gli organismi notificati devono limitarsi ad accertare “se le parti dalla quali dipende la sicurezza funzionano regolarmente e se è stato ottemperato alla prescrizioni impartite in precedenti verifiche”• afferma che non può essere applicato l’articolo 105 del codice del consumo (Presunzione e valutazione della sicurezza), perché la materia è comunque disciplinata dall’allegato I della direttiva 95/16/CE.• conferma che la EN 81-80 resta una norma di buona tecnica di attuazione volontaria.
In conclusione MSE dice: “Pertanto, a giudizio di questo ufficio ogni prescrizione di modifica degli ascensori già installati in conformità alla normativa vigente e regolarmente mantenuti, dovrà trovare base giuridica in una nuova norma comunitaria (Direttiva o Regolamento) o in un intervento normativo nazionale di rango legislativo”.
E quindi ….punto e a capo!
Anzi MSE suggerisce di effettuare statistiche sui principali guasti/incidenti per giustificare l’eventuale nuovo provvedimento legislativo. Non sa forse MSE che la EN 81-80 è partita proprio dall’analisi dei guasti/incidenti in Europa per definire le migliorie di sicurezza degli impianti preesistenti alla Direttiva 95/16/CE? Non sa forse che proprio il Filtering nazionale adegua alla nostra realtà italiana le migliorie in termini di sicurezza? Siamo nella situazione di un cane che si morde la coda!
Quindi il “tavolo” si deve rimettere al lavoro per un provvedimento legislativo che renda cogente la EN 81-80 e deve fare anche presto perché mi rimane comunque il dubbio che in caso di incidente il tutto possa comunque precipitare in termini di responsabilità degli attori coinvolti, che sembrerebbero tutti “assolti” dal Ministero.

martedì 24 luglio 2007

Un Centro Studi sugli ascensori!


L’ANACAM ha dato vita ad un proprio CENTRO STUDI, dedicato alle problematiche di mercato e di sicurezza degli impianti di sollevamento. La creazione di un proprio Centro Studi, rappresenta sicuramente un passo di “maturità organizzativa”, dove vanno consolidate le argomentazioni tecniche, economiche, fiscali e quant’ altro, fungendo pertanto da Osservatorio del settore, al quale anche altre Istituzioni possono rivolgersi. L’iniziativa di creare un Centro Studi non è unica: ne sono dotate anche altre organizzazioni, ma credo che non ne esistano altri con le peculiarità di quello ANACAM. Nel settore ascensoristico infatti non esiste niente di simile, tranne il Centro Studi di Assoascensori, che però non è altro che il Centro Studi della Confindustria. Molto sono le questioni per le quali occorrerebbero un’attività di ricerca e consolidamento; penso ad esempio al “catasto” degli impianti di sollevamento, al monitoraggio degli infortuni dei lavoratori e degli utenti, alle statistiche di mercato (installazioni, manutenzioni, ecc), all’impatto di nuove norme tecniche sui lavoratori e sugli utenti, alla ricaduta nel settore di nuove leggi/norme/decreti fiscali, alla formazione degli addetti del settore, alla creazione di percorsi di Master universitari, ecc.Proficua poi dovrà essere la collaborazione con altri Centri Studi, penso a quello dell’ANACI (amministratori di condominio), ad esempio, per addivenire a conclusioni condivise su molte problematiche comuni. Sarà importante per ottenere tutto ciò una forte mobilitazione associativa da parte dell’ANACAM e di tutto il gruppo dirigente, per sostenere una iniziativa sicuramente ambiziosa ma nel contempo prestigiosa a livello non solo italiano ma anche europeo! Per chi volesse saperne di più: centrostudi@anacam.it

venerdì 13 luglio 2007

Lo storico VISARM va in pensione...ma a che prezzo!


Sto parlando del vetro VISARM prodotto dal leader mondiale del vetro e sino ad ieri molto utilizzato nel mondo ascensoristico, sia per il tamponamento delle pareti delle strutture in acciaio di chiusura dei vani corsa, sia per le pareti della cabina sia per le porte di piano e di cabina, con caratteristiche di sicurezza diverse.
Ebbene, da qualche mese VISARM è andato in pensione: è stato rimpiazzato dai prodotti della serie STADIP, sempre del solito leader mondiale.
I fornitori dei vetri infatti attualmente lavorano con una tabella di corrispondenza (l’ho vista personalmente).
Ad esempio:
VISARM 8/9 corrisponde a STADIP 44.1
VISARM 10/11 corrisponde a STADIP 55.1, ecc,
ma il prezzo è molto diverso!
Addirittura mi dicono che esistono nei magazzini molte scorte VISARM da smaltire.
A dire il vero, nel settore del “vetro” in questi anni è avvenuta un’autentica rivoluzione, simile a quella della direttiva ascensori.
La direttiva europea sui Prodotti da Costruzione (PDC) n. 89/106/CE, ha regolamentato il settore imponendo anche per i vetri i concetti, molto noti agli ascensoristi: norme armonizzate, organismi notificati, marcatura CE, presunzione di conformità, ecc..
Dopo un periodo transitorio in particolare i vetri stratificati (EN 14449), dal 1 aprile 2007, devono possedere il marchio CE (sui documenti fiscali, sulle bolle, ecc).
Senza entrare nel merito tecnico della questione, per il quale sto preparando una trattazione analitica sul sito http://www.ingegneriromani.it/, nella sezione “ascensori”, si è verificata una strana concomitanza (?!): una impennata dei prezzi anche del 40 e 50%, lasciando sorpresi gli operatori ascensoristi che non ne avevano tenuto conto nelle offerte, nelle gare, ecc.
Ho condotto, pertanto, una piccola indagine, giungendo anche alla “fonte”, il leader mondiale!
L’aumento è dovuto a detta sua, "esclusivamente all’aumento della materia prima che per molti anni è stata “ferma” sul mercato mondiale, addirittura vi è stato in certi periodi un abbassamento dei costi". (Quindi non c'entrerebbe niente il marchio CE, il nuovo STADIP, ecc.)
"Vi è stato anche un forte aumento di domanda a livello mondiale da parte di paesi asiatici (vedi Cina), per cui la produzione mondiale sta aumentando. L’aumento del costo della materia prima si ripercuote sul prezzo finale del prodotto in modo diverso a seconda del livello di lavorazione aggiunto. In particolare per i vetri stratificati il livello di lavorazione è quasi nullo (solo il taglio) per cui l’aumento della materia prima si ripercuote automaticamente sul prezzo di vendita" (liberamente tratto dalla mia conversazione telefonica con il leader mondiale)
.
Sarà…. ma un aumento di questa portata mi sembra eccessivo!
Purtroppo per quanto concerne il vetro siamo quasi in un regime di …monopolio
.

mercoledì 4 luglio 2007

Associazioni ascensoristiche: aggiungi un posto al "tavolo"?

Lo spunto per questo mio POST mi è giunto perché sono venuto a conoscenza che il Ministero Sviluppo Economico (MSE) in data 18 dicembre 2006 (a firma Giuseppe Magliacane) scrive “… preso atto della costituzione dell’associazione di cui trattasi (ndr Aniampi), MSE si avvarrà dei contributi che Codesta Associazione vorrà far pervenire, attraverso la partecipazione di propri rappresentanti alle riunioni di lavoro…”.
E’ pur vero che chiunque può costituire una nuova associazione e chiunque può sperare che essa cresca e diventi qualcosa di importante per il settore, ma credo che prima di diventare “rappresentativa” del settore al punto di essere invitata al “tavolo” occorra fare qualche considerazione.
Ad una nuova associazione che voglia essere invitata al “tavolo” chiederei queste cose:
. quando sei nata?
. chi rappresenti?
. quanti associati hai?
. quale volume di affari rappresenti?
. quanti addetti hai?
Orbene le risposte in questo caso sarebbero:
. nasco nel 2006
. rappresento le imprese medie e piccole di installazione e manutenzione presumibilmente di un unico consorzio
. ho circa 50 associati (su forse circa 2000 aziende nel settore!)
. per quanto concerne il volume di affari, il dato non è noto ma considerando che trattasi di medie e piccole imprese del settore posso stimare un volume di affari medio pro-capite di 1 milione di euro all’anno, per un totale complessivo quindi di 50 milioni di euro (su un fatturato annuo del settore di circa 1.224 milioni di fatturato! – (Anno 2005, fonte ANIE/Assoascensori).
. per quanto concerne il numero di addetti, il dato non è noto ma per le considerazioni relative al fatturato possiamo dire che non sono più di 400-500 (su circa 15.000 del settore!).
Qualcuno, però, potrebbe ora chiedere ma quali sono le altre associazioni ascensoristiche, di manutenzione ed installazione, già presenti al “tavolo”? e che numeri hanno?
Ecco la risposta (in ordine alfabetico):
Anacam, nata nel 1971, che rappresenta circa 500 aziende di medie e piccole dimensioni sia di manutenzione ed installazione sia di componentisti, con un fatturato globale di circa 700 milioni di euro (*), contando circa 4.000 (*) addetti (su circa 15.000 del settore).
Assoascensori che rappresenta 15 aziende di grosse dimensioni (con prevalenza componentisti) che rappresentano il 35% del mercato dei nuovi impianti ed il 25% dei servizi, conta inoltre circa 3.000 addetti ( su circa 15.000 del settore).

Esiste nel settore anche un’altra realtà associativa di manutenzione ed installazione, il Conpiai, non di giovane età, del quale purtroppo non sono riuscito, anche visitando il sito istituzionale, a sapere i dati relativi al numero di associati, al fatturato, ecc.

Intorno al "tavolo" sono inoltre ammesse le Confederazioni degli artigiani Confartigianato e Cna, che hanno proprie sezioni dedicate agli impianti in generale ed agli ascensori in particolare, come pure l'Anica, l'associazione dei componentisti.

In conclusione prima di invitare qualcuno intorno ad un “tavolo” …..fatevi dare i numeri!

(*) valori stimati

mercoledì 20 giugno 2007

EN 81-80: aspettando, aspettando ...l'incidente!

Siamo arrivati ad uno stato di impasse!
La situazione è veramente divenuta paradossale, nella quale si assiste ad uno scarica barile tra tutti gli attori.
Provo a chiarire:
. alcuni organismi notificati (Belloli, AL.PI.,Viareggio maggio 2007) dichiarano ufficialmente di aspettare il regolamento direttoriale
. altri organismi notificati (Lentini,UNION, Viareggio maggio 2007) dichiarano ufficialmente che prescrivono adeguamenti EN 81-80
. il restante degli O.N. (la maggior parte,circa il 60%), aspetta il regolamento direttoriale
. le imprese ascensoristiche aspettano che gli O.N. si decidano a prescrivere gli interventi della EN 81-80
. le associazioni di categoria degli ascensoristi (Confartigianato, Conpiai, Cna) invitano le imprese associate ad informare i proprietari e a formulare loro proposte di adeguamento, almeno quelle con priorità “alta”
. i proprietari aspettano il regolamento direttoriale e non accettano la proposte di adeguamento previste dalle imprese .
. l’ARPAL di Savona prescrive gli adeguamenti sugli impianti e l’ANACI (amministratori) si oppone
. il Minitero dello Sviluppo Economico (MSE) “In considerazione della rilevanza della tematica della sicurezza degli utenti di apparecchi di sollevamento procederà al più presto alla regolamentazione del settore, attraverso la predisposizione di un provvedimento di natura regolamentare, che rispetti i principi generali del sistema delle fonti e contestualmente offra garanzie di piena tutela della sicurezza dei cittadini attraverso il miglioramento tecnico degli apparecchi di sollevamento” (sottosegretario on. Gianni, maggio 2007)
. Il magistrato dice, a ragione, che non è necessario che la norma sia cogente, perché le responsabilità in caso di incidente sono chiare: la norma EN 81-80 di “buona tecnica” esiste per cui va applicata da parte delle imprese e da parte dei proprietari, in prima battuta responsabili anche penalmente (insieme agli O.N. dico io).
Ma può lo Stato continuare ad assistere passivamente a questa incertezza, peraltro provocata dalla non chiarezza ed incompletezza del decreto 26 ottobre 2005, che rende di fatto cogente l’applicazione della EN 81-80?
Non solo il MSE non ammette di essere il colpevole di questa situazione ma dichiara che oggi la colpa della mancata applicazione della EN 81-80 è dell’impresa (ing. Correggia, Viareggio maggio 2007) che deve operare nel rispetto di una norma di buona tecnica, e se gli O.N. (che rappresentano lo Stato nell’attività di verifica e controllo!) non sono concordi nel comportamento da tenersi, se ne assumono in proprio le responsabilità.
Ed intanto….. gli incidenti sono dietro l’angolo!
E la prevenzione dove la mettiamo?
Lo Stato deve porre in atto tutte le condizioni per prevenire gli incidenti e non aspettare che si verifichino per evidenziare e ricordare chi sono i responsabili!
Infatti, rendere “cogente” ( in diritto: norme cogenti, quelle che devono essere osservate inderogabilmente), attraverso un dispositivo legislativo, significa imporre che tale norma venga applicata perchè nel caso specifico deve essere salvaguardata a priori la salute e la sicurezza dei cittadini (utenti e lavoratori ).
Non avrebbero infatti senso tutte le leggi che rendono cogenti le nome di sicurezza (vedi legge 46/90 che ha reso cogenti, ad esempio le norme CEI per gli impianti elettrici, testo unico nell’edilizia, legge 626/94 sulla sicurezza sul lavoro, ecc).
Ricordiamo:
Costituzione italiana - Art. 32.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana
”.
Costituzione italiana - Art. 41.
L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali
”.

Alla prossima puntata

mercoledì 6 giugno 2007

Collaborazione con il sito www.ingegneriromani.it

Dal mese di giugno collaboro con il sito www.ingegneriromani.it, in qualità di esperto del settore ascensoristico.
Mi occupo della Tematica 'ascensori' pubblicando sul sito aggiornamenti tecnici, normativi, legislativi e fiscali del settore.
Per accedere alla Tematica ascensori basta cliccare su 'Ascensori' sulla destra della home-page del sito nell'area 'Tematiche'.
Rispondo anche ai quesiti specifici del settore nella rubrica "Filo diretto" , nella quale chiunque può proporre quesiti liberamente.
Ho aperto la mia collaborazione pubblicando lo stato dell'arte sul recepimento della EN 81-80.
Chi volesse approfondire la cronistoria della EN 81-80 in Italia può sicuramente accedere a www.ingegneriromani.it cliccando su 'ascensori'.
Al prossimo POST!

N.B. sono nato a PAVIA, mi sono laureato e sono cresciuto professionalmente a NAPOLI dove attualmente vivo, però scrivo su INGEGNERI ROMANI!

martedì 5 giugno 2007

Blog: Istruzioni per i principianti

Ho ricevuto qualche telefonata per ricevere istruzioni per effettuare "commenti".
Prima qualche definizione:

BLOG è un sito dove un AUTORE (Fornasari in questo caso) scrive (come su di un diario) una serie di articoli/considerazioni su un determinato argomento (il mondo degli ascensori in questo caso)

POST è uno di questi articoli/considerazioni; esso ha un 'titolo' ed un riferimento cronologico per essere rintracciato

Un BLOG è pertanto costituito da una serie di POST (scritti dall'AUTORE) con 'commenti' relativi scritti da chiunque, in forma anonima o firmati.

POSTARE significa anche "scrivere"; ad esempio 'postare un commento'

In particolare:

Per lasciare (o 'postare') commenti bisogna:

. clicclare su "commenti" sotto l'argomento interessato o consultando l'ARCHIVIO BLOG dei POST, per aprire una finestra per scrivere il commento
. dopo aver scritto il commento occorre firmarlo (cliccando "altro") oppure lasciarlo anonimo cliccando su "anonimo"
. in fine cliccare su "pubblicazione" ed il commento è inserito nel blog in riferimento all'argomento prescelto

N.B. I commenti non appaiono subito in rete, in quanto l'AUTORE (Fornasari in questo caso) ha scelto l'opzione di leggere i commenti prima di immetterli in rete.

Al prossimo POST.

domenica 3 giugno 2007

Oggi comincia l'avventura!


Oggi ho aperto il mio blog.
Ho deciso di farlo perchè sentivo il bisogno di uno spazio per potermi confrontare con tutti gli attori del mondo degli impianti di sollevamento.
Ci sono molte cose da dire, molte riflessioni da condividere, molte discussioni da aprire in un libero e democratico confronto tecnico e politico.
Vorrei incontrare in questo cammino virtuale molti degli interlocutori che ho avuto modo di conoscere nel settore ascensoristico con la speranza che si possa intavolare un confronto costruttivo anche verso le istituzioni.
Soprattutto i tecnici giovani sono ben accetti con il loro impulso innovativo e stimolante.
Nei prossimi giorni aprirò il dibattito su un argomento ''principe', in questo momento: la norma EN 81-80.
Alla prossima!