martedì 30 dicembre 2008

Se fossi un ....




In questo clima di ufficiale “recessione” consentitimi per sdrammatizzare un pò , di fare il gioco “semi-serio” del


SE FOSSI UN ….

Se fossi un… Presidente del Consiglio
mi preoccuperei seriamente del tessuto delle micro-piccole e medie imprese che da sempre in Italia è il settore trainante, abbandonando gli aiuti ai settori storici (auto ad esempio) perché devono essere in grado da soli di riposizionare la loro offerta sul mercato nazionale e globale visto anche il necessario nuovo riposizionamento della politica industriale e finanziaria figlia dell' attuale ultra-liberismo occidentale

Se fossi un… Ministro dello Sviluppo Economico
solleciterei innovazioni e cambiamenti nelle piccole e medie imprese, finanziando aiuti concreti e soprattutto “immediati” in tal senso. Mi accorgerei finalmente della realtà ascensoristica italiana, leader mondiale del settore, sostenendone l'ulteriore sviluppo. Constringerei le banche ad attuare politiche finanziarie di sostegno alle imprese

Se fossi un… Presidente di un Associazione di ascensoristi
abbandonerei per qualche tempo le classiche “politiche associative” e mi attiverei per sostenere, mediante una posizione ”illuminata” ed con uno spirito di "servizio", una reale trasformazione "sistemica" dell' intera filiera del settore, con un approccio che ho già precedentemente definito "godeliano", stimolando innovazioni tecniche ed organizzative nelle imprese con sostegni e servizi concreti e con apertura di corsi, seminari e dibattiti nonchè confronti continui anche con il supporto di consulenti esterni

Se fossi un… Imprenditore ascensoristico di piccole dimensioni
sapendo che purtroppo i cambiamenti organizzativi non avvengono mai nei momenti di successo, mi dedicherei subito alla riorganizzazione interna per riposizionarmi sul mercato con maggior vantaggio competitivo nel momento della “ripresa” non trascurando “fusioni” e collaborazioni e sinergie con altre imprese

Se fossi un… Imprenditore ascensoristico di grandi dimensioni
sull'esperienza della crisi mondiale anche di grosse banche ed aziende, non mi cullerei sugli allori ben sapendo che anche l’eventuale “successo non è mai definitivo” (vedi Churcill) e mi dedicherei alacremente al miglioramento continuo della mia organizzazione per riposizionarmi sul mercato con maggior vantaggio competitivo nel momento della “ripresa”

Se fossi un … Operaio ascensorista
continuerei a fare seriamente il mio lavoro sollecitando sempre ,però, un aggiornamento continuo sulla mia sicurezza, sulle nuove tecnologie e accettando con fiducia i cambiamenti organizzativi che l’azienda ritiene necessarie

Se fossi un… Amministratore di Condominio
sosterrei con i condomini la valenza sociale dell’ascensore affinché le spese relative non vengano “relegate” tra le ultime da onorare

Se fossi un… Utente
mi augurerei che gli ascensori siano sempre più sicuri e che sul mercato il servizio sia offerto con un giusto rapporto qualità/prezzo

Infine …. Se fossi un blogger
come del resto sono…. mi sforzerei con umiltà e passione di stimolare la riflessione sui temi fondamentali che ci riguardano, in libertà di pensiero e di azione.

martedì 23 dicembre 2008

Un altro anno è passato!



Il 2008 non è stato per tutti uguale.

Se qualcuno ha avuto succeso imprenditoriale , altri hanno "sofferto" oltre misura.

Winston Churcill (1874-1965) affermava, a tal proposito che:






"Il successo non è definitivo, il fallimento non è fatale:
Ciò che conta è il coraggio di
andare avanti
"


"Il successo è l'abilità di passare da un fallimento all'altro senza perdere l' entusiasmo"



Queste frasi mi hanno sempre stimolato nella vita professionale ed imprenditoriale.

E' con questo spirito che invito tutti ad affrontare anche il 2009.!


AUGURI


your blogger

mercoledì 10 dicembre 2008

La difficoltà di "volare alto"!


Nel periodo universitario rimasi colpito da un teorema di Gödel, uno dei più grandi matematici e filosofi mai esistiti (1906-1978): “l’aritmetica, con l’utilizzo dei suoi propri mezzi, non può dimostrare la propria consistenza”.
Sembra astruso ma non lo è!
Estrapolando il concetto: “Ogni teoria ha bisogno di una teoria più ampia e complessa (detta Metateoria) per essere dimostrata” o anche “Ogni sistema per essere spiegato ha bisogno di un meta- sistema più ampio” o anche “Un linguaggio può essere descritto interamente solo da un metalinguaggio con strutture più complesse”, ecc, ecc.
Il teorema di Gödel quindi ha implicazioni che non riguardano soltanto la matematica e permette lo sviluppo di una discussione su più piani.
La mia “folgorazione” universitaria è stata tale che ne ho sempre fatto oggetto del mio approccio ai problemi ed in generale del mio stile di vita.
Non è infatti vero che per tentare di risolvere un problema di qualsiasi natura è necessario astrarsi dallo stesso e guardarlo dal di fuori?
Non è forse vero che una manager di ampie vedute (più complesse) risolve più facilmente i problemi di un’azienda. Non si tratta di essere preparato e competente (o “tuttologo”, come qualcuno malignamente pensa) ma di usare l’approccio giusto alla soluzione dei problemi. Questo è il motivo per cui, ad esempio, anche un ottimo tecnico non necessariamente diventa un buon manager.
Nel linguaggio comune, quando si dice “volare alto”, per esempio, significa proprio sapersi astrarre e guardare la realtà nel suo complesso spiegandola con un linguaggio anche "esterno" alla realtà stessa.
Calato nelle associazioni, l’argomento diventa molto interessante:
Pensiamo alle associazioni di imprenditori; pensiamo all’insieme delle imprese ascensoristiche (chiamamolo il ”sistema”).
Chi deve condurre politicamente e gestionalmente un sistema siffatto? Chi lo deve spiegare? Un uomo che è uguale al sistema stesso o un uomo di più ampie vedute che sia in grado di vedere il “sistema” nel suo complesso?
E’ proprio così: il “sistema” per progredire, migliorare, crescere non può essere visto mettendosi all’interno ma solo guardandolo dall’esterno. La chiave del successo di un leader associativo sta nel fatto che pur appartenendo al sistema è in grado di guardarlo, spiegarlo e condurlo con strumenti e linguaggi esterni al sistema stesso. Non è vero che, come un anziano leader associativo mi ha detto recentemente, "l’ associato deve riconoscersi nel presidente e solo in questo caso il presidente può avere successo".
E’ vero proprio il contrario: i veri presidenti ed i veri leader devono avere vedute molto più ampie di quelle del sistema che governano. Sembra l’uovo di colombo: ma questo concetto spiega facilmente il successo di alcuni presidenti associativi (con i relativi governi) rispetto ad altri.
Esistono periodi associativi “piatti” (con presidenti e governi di un certo tipo) e periodi associativi “dinamici” (con presidenti e governi "gödeliani").
Qualcuno afferma che un periodo associativo “piatto” deriva da precise nascoste volontà strategiche.
Non è così: ”Non esistono, purtroppo, particolari “strategie” politiche dietro un periodo “piatto” esistono solo presidenti e governi che non rispettano il teorema di Gödel….. e quindi non sono capaci di produrre “strategie”!